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13/11/2023Segnaliamo la sentenza del 28 ottobre 2023 del Tribunale di Pisa che ha dato ragione ad una nostra assistita vittima di malasanità.
Era ricoverata in ospedale per accertamenti allorchè un’infermiera, anziché somministrarle un farmaco tramite aerosol, glielo iniettava per vena cagionandole lesioni psichiche.
Se anche tu sei stato vittima di un possibile caso di malasanità ti invitiamo a contattare i nostri avvocati per valutare il caso e chiedere il risarcimento dei danni.
I fatti: somministrazione di farmaci endovena anzichè con aerosol
Nel mese di gennaio 2017 la paziente si ricoverava presso il reparto di Pneumologia con la diagnosi di “febbre nnd inducente ipossemia in paziente con ACOS, HCV positiva, con pregresso H. Zoster”.
Nel corso del ricovero, una infermiera non meglio identificata iniettava erroneamente per via endovenosa alla paziente una sostanza farmacologica (Prontinal 1 f – beclometasone dipronato + oxivent 20 gtt – oxitropio bromuto + broncovaleas 12 gtt – salbutamolo) che, invece, doveva essere somministrata esclusivamente per aerosol.
Tale fatto, peraltro, si consumava nonostante la paziente avesse più volte rappresentato all’infermiera, prima che quest’ultima agisse, di essere certa di non dover più proseguire terapie per fleboclisi.
La condotta dell’infermiera provocava all’odierna parte attrice una violenta sintomatologia dolorosa, con tachicardia, ipertensione e stato confusionale, con necessità di trattamento di urgenza nel reparto mediante ossigenoterapia, betabloccanti per controllare l’azione adrenergica del salbutamolo, con necessità di un trattamento intensivo e protrarsi del ricovero per quattro giorni.
L’erroneità e dannosità del fatto veniva riconosciuta espressamente dal dirigente medico di Reparto nella lettera di dimissione ove, per appunto, era riferito “episodio di tachicardia sinusale associata a picco ipertensivo in seguito ad erronea infusione ecv di salbutamolo e oxitropio bromuro in preparazione per aerosol".
Di tale errore vi era peraltro traccia anche nel diario clinico relativo al ricovero, laddove un non meglio identificato medico scriveva “h. 8.30, vengo chiamato dalla I. P. che mi avverte di aver erroneamente somministrato alla paziente per via endovenosa la preparazione per aerosol”, nonchè nella cartella infermieristica dove si leggeva “praticato erroneamente Prontinal Broncovales, Oxyvent per ev., avvisati medici immediatamente, contattato telefonicamente il cardiologo e il Centro Antiveleni”.
A causa della responsabilità infermieristica di cui si è scritto, paziente riportava danni non patrimoniali e patrimoniali per cui agiva in giudizio.
I periti del Tribunale riconoscono un danno psichico
In corso di causa il Tribunale ha nominato un collegio peritale per l’accertamento dei fatti riferiti dalla paziente e delle eventuali lesioni fisiche e/o psichiche subite.
All’esito dell’esame della documentazione medica in atti, della visita della perizianda e della discussione con i ccttpp, i CC. TT. UU. hanno ritenuto che, all’erronea somministrazione di salbutamolo, oxitropio bromuro e beclometasone dipropionato per via endovenosa anziché per via inalatoria, la paziente abbia subito una reazione avversa caratterizzata da tachicardia e ipertensione arteriosa, da cui è derivato un Disturbo dell’Adattamento con Ansia a prevalente espressione somatizzata, non complicato, cronico.
Tale disturbo è stato valutato dal collegio peritale come danno biologico permanente del 5%.
In relazione alla fase di stabilizzazione e cronicizzazione del disturbo sopra menzionato, il periodo di inabilità temporanea al 10% ebbe durata di giorni 180.
Il Tribunale riconosce il risarcimento alla paziente
Il Tribunale ha pertanto riconosciuto un nesso di causalità materiale tra l’erronea modalità di somministrazione dei farmaci, l’insorgere della reazione sintomatologica descritta e il disturbo psicologico sofferto dall’attrice, cronicizzato, valutato dal collegio come danno biologico permanente, cioè come riduzione del 5% della pregressa capacità psicofisica goduta.
Ciò posto, ha affermato la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria per inesatto adempimento conseguente a colpa professionale, nella sua declinazione di condotta negligente o imperita tenuta dall’infermiera e consistente nella somministrazione dei farmaci per via endovenosa in difformità dalla prescrizione del curante (aerosol).
Puoi rivolgerti a noi se pensi si essere vittima di malasanità
Il caso che abbiamo riportato è uno dei tanti di cui si occupano da venti anni gli avvocati ed i consulenti medici di avvocaticollegati.it. Se anche tu pensi di aver subito danni fisici o psichici per colpa medico-sanitaria, puoi contattarci tutti i giorni per esporci il caso e trasmetterci copia della cartella clinica. I nostri avvocati e i nostri consulenti medici legali sapranno dirti se effettivamente gli operatori sanitari che ti hanno avuto in cura hanno commesso una condotta imprudente, negligente o imperita e, se si, a quanto potrebbe ammontare il risarcimento che ti spetta.
NOTA BENE: avvocaticollegati.it invita gli utenti interessati a promuovere azioni di risarcimento danni per responsabilità medico-sanitaria, a contattarci solo se il caso riguarda decessi o grandi invalidità.
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