Il 24 maggio è la giornata mondiale della prevenzione del melanoma e degli altri tumori della pelle.
Quindi, approfittiamo come sempre per parlare di questo tipo di malattia, per riportare un caso pratico di malasanità e per invitare i lettori a contattarci se sono stati vittima di un caso analogo, al fine di chiedere il risarcimento dei danni subiti.
Il melanoma e gli altri tumori della pelle
Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle.
L’insorgenza di questa pericolosa neoplasia è fortemente associata all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole e delle lampade abbronzanti: i raggi UVA e UVB, infatti, sono in grado di danneggiare il DNA dei melanociti in modo da favorire la loro trasformazione tumorale.
Il melanoma è un tumore molto pericoloso, in quanto, in assenza di trattamenti tempestivi, è in grado di infiltrare e intaccare gli altri tessuti molto velocemente; fonti autorevoli descrivono la versione cutanea di questa neoplasia come il più mortale tumore della pelle.
I tumori della pelle diversi dal melanoma sono classificati in base alle cellule da cui hanno origine:
i carcinomi basocellulari (o basaliomi) originano dalle cellule basali, nello strato più profondo dell’epidermide, mentre i carcinomi spinocellulari (o a cellule squamose) dalle cellule più superficiali dell’epidermide. Carcinomi spinocellulari e basocellulari rappresentano la quasi totalità (oltre il 99 per cento) dei tumori della pelle non melanomatosi, ma esistono anche altre rare tipologie di tumore cutaneo come per esempio il carcinoma a cellule di Merkel, il sarcoma di Kaposi e il linfoma cutaneo.
Se il medico avesse diagnosticato subito il melanoma, il paziente avrebbe vissuto di più
Un uomo anziano si rivolgeva all’oncologo per l’asportazione ambulatoriale di un neo, che il medico riteneva di natura benigna.
Dopo alcuni mesi l’uomo veniva ricoverato in una struttura ospedaliera, dove veniva invece accertata la natura maligna del neo.
L’uomo si sottoponeva quindi ad un nuovo intervento, ma essendo effettuato in una fase avanzata oramai del melanoma, moriva nel giro di due mesi.
A seguito di denuncia, l’oncologo veniva condannato in sede penale per errata diagnosi e terapia che avevano condotto alla morte del paziente.
Dopo il processo penale i familiari della vittima si rivolgevano al Tribunale di Monza per il risarcimento dei danni, vediamo cosa ha deciso il Giudice.
Il Giudice riconosce il risarcimento per “perdita di chance”
Il Tribunale di Monza, ha affermato che <<l’errore di diagnosi e terapia che abbia impedito al paziente – affetto da melanoma – di godere di una probabilità del 30% di sopravvivere per ulteriori cinque anni, obbliga il medico al risarcimento del danno morale subito dalla vittima, trasmissibile “iure hereditario”, del danno morale risentito direttamente dai congiunti per la morte anticipata del familiare, nonché del danno patrimoniale corrispondente alla perdita di sopravvivenza, alla quantificazione del quale deve procedersi sulla base del valore uomo per ogni anno di sopravvivenza>>.
Infatti, il Tribunale ha dato ragione ai familiari della vittima riconoscendo loro il risarcimento dei danni per la morte anticipata del paziente.
A seguito di Consulenza Tecnica d’Ufficio, è emerso che se il medico fosse stato diligente, l’uomo avrebbe avuto maggiori probabilità di vivere più a lungo: si parla di perdita di chances!
La quantificazione dei danni
Il Tribunale ha ritenuto che il paziente abbia subito un danno (all’epoca detto) morale relativo al periodo in cui ebbe a conoscere l’aggravamento della malattia cagionato dalla condotta del medico e i suoi prevedibili esiti letali: pregiudizio (quantificato in circa 20mila euro) trasmissibile agli eredi.
Il risarcimento è stato riconosciuto direttamente anche alla vedova e ai figli, in misura pari a circa 100mila euro.
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