In Parlamento si sta discutendo il disegno di legge sul c. d. “ius soli” (diritto di suolo), ossia la possibilità di concedere la cittadinanza italiana a chiunque sia nato sul territorio nazionale, a prescindere dalla nazionalità dei genitori, purchè almeno uno di essi sia in possesso del permesso di soggiorno in Italia, abbia un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, disponga di un alloggio, superi un test di conoscenza della lingua italiana. Altra possibità sarebbe quella di concedere la cittadinanza anche ai minori nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato la scuola nel nostro Paese.
Vedremo nei prossimi mesi se e come arriverà in porto la riforma.
Ad ogni modo, la legge attualmente in vigore sulla cittadinanza (legge n. 91 del 1992) prevede le seguenti ipotesi:
Per nascita – straniero nato da almeno un genitore italiano
Per nascita sul territorio italiano – straniero nato in Italia al compimento dei 18 anni.
Per adozione – minorenne adottato da cittadino italiano
Per matrimonio – cittadino straniero coniugato con uno italiano
Per residenza – 1) dopo 10 anni di residenza per cittadini extracomunitari; 2) dopo 3 anni di residenza per discendenti i cittadini italiani; 3) dopo 5 anni di residenza per adottati maggiorenni e rifugiati politici; 4) dopo 4 anni di residenza per i cittadini comunitari; 5) dopo 5 anni di servizio, anche all’estero, alle dipendenze dello Stato Italiano.