
Risarcimento danni causati dal telefono cellulare
24/04/2017
Le nuove “armi” dell’ex Equitalia
07/06/2017Al coniuge economicamente più debole o che subisce incolpevolmente la fine del rapporto è data la possibilità di richiedere all’altro un assegno divorzile, che gli spetta per tutta la vita a meno che non contragga un nuovo matrimonio o l’altro non gli corrisponda una somma una tantum.
E’ ben noto a tutti il caso di Silvio Berlusconi che deve versare alla ex moglie Veronica Lario un assegno divorzile mensile di ben un milione e mezzo di euro.
l parametro che i giudici hanno da sempre utilizzato per determinare l’importo dell’assegno divorzile si basava sul “tenore di vita tenuto dai coniugi durante il matrimonio”, ossia si riconosceva al coniuge debole un assegno che gli consentisse di continuare a vivere così come aveva vissuto fino ad allora in costanza di matrimonio.
Ma da ieri la Corte di Cassazione, per fortuna di alcuni e sfortuna di altri, ha cambiato orientamento, passando dal criterio assistenzialistico a quello di autosufficienza.
Precisamente, si è deciso di superare quella concezione patrimonialistica del matrominio per cui esso rappresentava una “sistemazione definitiva” per accogliere una visione più moderna secondo cui il matrimonio è un “atto di libertà in quanto tale dissolubile”.
Di conseguenza, d’ora in poi i giudici si baseranno sulla valutazione dell’indipendenza o della autosufficienza economica dell’ex coniuge che richiede l’assegno per decidere se concederglielo e per quantificarlo.
In definitiva, il mantenimento non sarà più riconosciuto a chi è indipendente economicamente ovvero possiede redditi, patrimonio mobiliare e immobiliare, capacità e possibilità di lavorare e stabile disponibilità di una abitazione.