E’ ormai all’ordine del giorno camminare e notare moltissime buche nell’asfalto, o pietre rialzate o tutto ciò che rende “insidioso” il terreno su cui ci muoviamo, non solo a piedi ma in bicicletta, moto, auto.
Il termine insidioso non viene usato a caso, ma proprio perchè ormai i Giudici parlano di “insidia o trabocchetto” ogni volta che si resta feriti a causa del dissesto stradale.
Per procedere ad una richiesta di risarcimento dei danni subiti si deve innanzitutto individuare il soggetto a cui rivolgere la domanda e ciò dipende dal tipo di strada dove è avvenuto il fatto: comunale, provinciale o statale. Nel primo caso risponderà il Comune, nel secondo la Provincia, nel terzo l’Anas.
La prova della caduta e delle lesioni dovrà essere fornita dalla vittima.
La Pubblica Amministrazione invece, che viene ritenuta per principio responsabile per non aver mantenuto la strada in buone condizioni, potrà liberarsi da responsabilità solo dimostrando che la caduta è avvenuta per colpa del danneggiato o per c. d. “caso fortuito”, ossia per una fatalità (es. terremoto, frana, raffica di vento ed eventi naturali imprevedibili in genere).
Negli ultimi anni i Giudici hanno comunque accordato sempre più tutela ai cittadini che subiscono danni e le Pubbliche Amministrazioni si sono ormai dotate di polizze assicurative che coprono danni del genere, quindi normalmente si riesce quasi sempre ad ottenere il risarcimento ed in tempi brevi.